Daniela Gregorini
Sono Daniela Gregorini, maestra elementare. Risiedo a Ponte Sasso, una piccola località balneare nel comune di Fano. Sono sposata e ho quattro figli. Mi diletto a scrivere racconti, fiabe, novelle, poesie in lingua italiana e poesie in dialetto marottese e faccio parte dei poeti dell’Associazione Culturale “LeopardianCommunity Coro a più voci“ di Porto Recanati .
Nel 2012 ho dato alle stampe la mia prima raccolta di poesie intitolata “Non farlo piangere, il mare”che ha ricevuto una medaglia d’onore al Concorso Letterario Nazionale “Il Delfino”.
Dal 2010 partecipo ai concorsi letterari conseguendo pubblicazioni nelle antologie di vari concorsi nazionale e internazionali e numerosi premi di narrativa e di poesia in lingua e in vernacolo tra i quali il prestigioso “Il poeta del lago” edizione 2012.
Il lago, la tua carezza
Stringe ancora una sciarpa di aria
che sospesa sussurra l’estate
sui petali del lago , come conchiglia
che narra il canto del mare – e dell’eternità.
Sull’argine gonfio, dove balaustra è la vita
e mi prega di potersi assopire nel mio guardo,
quella voce mi conduce e mi ama – implode
nello sfolgorio della pelle d’acqua che ci siamo
raccontati- zittendo le foglie dei salici
che non ci hanno mai raggiunti e legati per
comprenderci. Quando infiammava il respiro
la tua carezza, non ascoltava più parole il lago.
-e ritornerai- cercando nella mia bocca
la pazienza dell’acqua mutevole e infinita.
Lacustre nostalgia
Mesti i giorni di pioggia
a smorzare i colori
delle ore presenti,
a intorpidire
il pomeriggio
che scema la speranza
di rivedere il sole.
Spalancate le finestre sul lago
smania il mio desiderio
di cogliere l’incanto
in questo paesaggio
d’acquerello.
Lenti i gesti
legati dal rigore
dell’aria intessuta
di acqua e sottile
la pioggia disegna il lago,
cupo foglio di nembi
che lo nutrono.
Vacuo il mio sguardo
cerca nell’opacità
scansando il fitto
delle gocce fino
al flouato orizzonte.
Sfacciate entrano
dalla finestra,
eclissano sul mio viso
rigato le lacrime a volere te
fingendo che tu sia qui,
nel suono di una poesia
malinconica, nel canto
scrosciante del cielo,
nell’ odore paludoso
d’erba autunnale,
fra i giunchi chini sul lago,
forse una prece per te,
in questo
interminabile presente
dentro di me.