Carla Lanciotti
CARLA LANCIOTTI nasce nel 1985 a San Benedetto del Tronto.
Ama il mare, la musica e la buona cucina. La sua curiosità la spinge ad approfondire gli studi scientifici e a interrogarsi sui temi caldi dell’adolescenza. Balla, canta, suona e disegna. Per risolvere le sue domande esistenziali scrive componimenti in versi liberi, in cui rielabora le sue esperienze personali.
Nel frattempo si diploma come Tecnico di Laboratorio chimico-biologico e si laurea in Biologia della Nutrizione. A partire dall’anno scolastico 2008/2009 insegna nel laboratorio di tecnica microbiologica dell’IPSIA di San Benedetto del Tronto, la stessa scuola che ha frequentato come alunna.
Nell’aprile 2010, motivata da un fedele amico, seleziona alcuni dei suoi scritti, li porta in copisteria e realizza il suo sogno di condividerli con il pubblico. Prende forma, così, il suo primo libro di poesie: “La mia oasi”.
Iscritta a “I luoghi della scrittura” partecipa alla stesura di “Racconti con gusto”, una raccolta di racconti sul cibo. Collabora con TVPicena nella cura di un programma intitolato “Il caffè dei sensi” dove scrittori, poeti, pittori e amanti delle arti si confrontano su svariati temi.
Acqua di mare
(Non ti voglio ricordare)
Potrei immaginarti:
Una distesa azzurra sulla sabbia rilucente e calda.
Odore appiccicoso, salmastre e verdi alghe.
Fondale
A volte torbido,
Spesso,
Un poco opaco.
Conchiglie aguzze e cozze sotto i piedi.
“Le cozze non si possono pescare!”, dice qualcuno.
Poi il silenzio.
Ci sono solo io. È mezzogiorno, le 20.
Mi bagno ma il bagnino non c’è. Allora affogo ma non è vero.
Le docce sono chiuse! La passerella è già stata spazzata
Via
Come i bagnanti dagli ombrelloni.
Ah! Il mare, calmo e limpido ora.
Ma dov’è stata finora questa armoniosa bellezza?
Rossastro si affaccia il tramonto.
È tardi! La cena è pronta!
Io devo ancora fare la doccia. A casa mia madre borbotterà!
La bici.
Lo spiacevole umido costume che si appiccica addosso.
I piedi sono ruvidi, callosi. La pelle si scurisce e presto torna settembre, poi ottobre.
E tutto finisce ma non finisce. E tu sei sempre lì.
Gli altri si lamentano
Io ti vengo a trovare.
Non ti voglio ricordare!
Pura acqua
Fresca
Scendi sulla mia pelle nuda
Cadi dall’alto con antica saggezza
Come una preghiera doni pace all’animo.
Riflessioni sul lago
Che fai? Mi guardi?
Così rilassato e inerte
M’innervosisci, sai?
Le tue acque quiete
Increspano i nervi dentro me.
Sento sollevarli l’uno sull’altro,
Ribelli di fronte alla tua pace
Che sembra finta.
Quanto sei profondo? Sarai pulito?
Di te non mi fido.
Tu che non ti muovi
Tu che non ti lasci scomporre dalle correnti.
Tu che sei tu
E basta.
Forse perché non ti conosco abbastanza
Da te prendo le distanze
E ti osservo
Malfidata
Lontana
Dalla bellezza che qualcuno in te coglie
Ma io non ancora.
Preferisco non abbandonarmi al tuo abbraccio
E siedo a penzoloni,
Pensante,
Sulle rive del tuo
Mistero.