Augusto Belelli Marchesini
Nato ad Aosta nel 1934 da Giovanni (Macerata) e Valeria Castellani (Pieve Bovigliana).
Vissuto a Bologna, Macerata, Roma, ora residente a San Severino Marche.
Cell. 3343757158 – E mail abm1934@libero.it
Coniugato con 3 figli e 6 nipoti.
Laureato in giurisprudenza presso La Sapienza di Roma nel 1957.
Attività lavorative svolte, in successione, dal 1958 al 2002:
STET (ora Telecom): ufficio studi e stampa – segretario particolare del D.G. – ufficio
finanziario.
RUMIANCA S.p.A : direttore della Filiale di Roma.
SIR S.p.A : capo Area Centro Sud – consigliere o sindaco in Soc.tà partecipate –
membro del Comitato fiscale di ASSCHIMICI
WALL STREET INSTITUTE S.r.l. (poi WASHINGON SCHOOL S.r.l): titolare e gestore
della Concessionaria del marchio (lingue, informatica) per Roma
IL LAGO
Scrigno d’acque sospese,
nel suo cerchio raccoglie
il riflesso del cielo,
il verde delle sponde,
il candore del cigno,
Il sasso del fanciullo,
l’ombra del pescatore.
Immagini d’incanto.
Nella nostra memoria
si conserva l’impronta
così come lo specchio
del volto di Narciso.
LE MARMITTE DEI GIGANTI
Marmitte dei Giganti.
Da Pioraco scendendo
lungo il fiume Potenza,
d’ambo i lati le scorgi,
incastonate in alto,
levigate dall’acque
dei tempi primordiali.
Acque della montagna.
Con lavoro incessante,
erodendo i versanti,
han preparato i varchi
per il passo dell’uomo,
così come le greggi
degli antichi pastori
hanno segnato i dossi
con i loro tratturi.
Acque della montagna,
umili alle sorgenti,
possenti nelle gole,
preziose e belle a valle,
dolci vene del mondo,
siate temute e sacre.
POMERIGGIO D’ESTATE IN RIVA AL FIUME
Sulla riva del fiume,
ascolto la sua voce.
Quieto meriggio estivo.
Di lontano una foglia,
trasportata dall’acqua,
quasi danzando arriva.
Gira lungo le sponde,
piroetta nel gorgo,
or non si vede più.
Discende il grande fiume,
vede il volo dell’anatra,
sente il fruscio dell’alga.
Sguardo mio che seguiva,
o sogno che mi appare,
cosa or mi narri tu?
Nuvole bianche e il mare,
cielo e stelle marine,
pensieri come uccelli
che migrano lontano.
Finchè nella mia mano
la rosa che stringevo,
rossa, mi punge e dice:
l’acqua, la foglia, il sogno
non possono tornare,
come i baci perduti
di una estate lontana.